Paradossale è l’atteggiamento della nostra città nei confronti delle regole urbanistiche. Dal 1889 ci siamo dotati di piani urbanistici totalmente disattesi nei loro contenuti essenziali. In uno dei più recenti, il pjano LOCICERO-PUGLIESE adottato nel 1971 erano contenute delle disposizioni operative come la ristrutturazione urbanistica, il reperimento degli standard, messi da parte da un “emendamento” al piano che finiva per privilegiare lo sviluppo del mattone, mettendo in secondo piano la politica degli spazi collettivi e di tutti quei dispositivi la cui realizzazione avrebbe contribuito ad una maggiore vivibilità della città. Il piano LOCICERO -PUGLIESE prevedeva un numero di 57000 abitanti. Le previsioni di quel piano erano semplici, la creazione di un centro direzionale (Zona G) che fungeva da cerniera a tre settori predisposti per lo sviluppo urbano (PEEP A, B e C.) Dopo circa 50 anni la zona G (direzionale) non è mai decollata, divenendo di fatto un’area occupata saltuariamente da giostre e circhi.
Gli esempi negativi di occupazione del territorio sono proseguiti negli anni successivi con risultati come città giardino e parco verde, vere e proprie borgate in spregio alle linee guida emanate dalla Regione Puglia negli anni 80 che prevedevano città più compatte e più sicure. Oggi occorre progettare spazi che tengano nel dovuto conto il calo demografico e il numero impressionante di appartamenti vuoti e quartieri abbandonati e di conseguenza soggetti al degrado. Il PRG PUGLIESE_ LOCICERO poneva a carico della zona B, a diretto contatto con il Centro Storico uno STANDARD “maggiorato” in modo da compensare la mancanza di dotazioni di questo. In alcune zone particolarmente degradate è possibile la formazione di piani urbanistici con la previsione di accorpamento di lotti o spostamento di volume qualora risulti possibile l’abbattimento dell’area occupata da abitazioni caratterizzate da un particolare stato di abbandono e degrado. Le aree scoperte rinvenienti dalla demolizione saranno attrezzate a parcheggio e verde pubblico.
Rivitalizzazione del centro storico
Riscoperta della San Severo medievale con percorsi sotterranei da concordare qualora si tratti di proprietà private.
Redazione di un piano particolareggiato mediante rilievo capillare della tessitura urbana in grado di mettere in rilievo quelle edificazioni la cui eliminazione risulti necessaria per migliorare le condizioni generali di vivibilità nel contesto. Dallo studio capillare delle dinamiche edilizie realizzate nel tempo saranno individuate zone da sottoporre a esproprio e successiva demolizione allo scopo di creare spazi di sosta attrezzati a verde in modo da creare situazioni “nuove” dal punto di vista urbanistico e sociale. Individuazione di aree di sosta pedonale (es.: lato palazzo LAMONACA).
Verifica della destinazione d’uso del PUG; approvazione del nuovo regolamento edilizio che consideri: l’incremento degli standard urbanistici per migliorare la qualità; l’inutilità e dannosità dell’espansione ulteriore dell’edilizia, vista l’assenza di tensione abitativa, il calo di residenti e facendo riferimento alla legge nazionale sul consumo di suolo. La crescita abnorme di edilizia privata ha depresso il mercato immobiliare. Piani di recupero degli immobili, in particolare del centro storico con misure incentivanti. Utilizzare le risorse del PNRR per il recupero delle acque meteoriche (fogna bianca); delle strutture pubbliche abbandonate (asili, casa per anziani di via Fraccacreta, ex poliambulatorio di via Turati; Orchestra della villa comunale) o caseggiati dell’ex distilleria della stazione, edificio ex ENEL ecc.
Avviare un percorso di urbanistica partecipata nella quale i cittadini, le associazioni, i comitati di quartiere, le imprese devono avere voce in capitolo e diventare protagonisti delle scelte nell’ambito del proprio territorio.
Il centro storico è l’identità di una comunità quindi interventi importanti devono riqualificare il centro storico: recupero delle pavimentazioni tipiche nelle stradine del centro, con drenaggio delle acque piovane; prevedere incentivi per il recupero delle abitazioni esistenti, spesso abbandonate. Utilizzare gli Incentivi per il reinserimento di attività commerciali nel centro anche con le risorse dei Comuni Marginali. Comunità energetiche Rinnovabili a partire dai quartieri più popolari. Adottare misure per la produzione di energia da fonti rinnovabili compatibili con il territorio agricolo. Allacciare alla rete gli impianti fotovoltaici già esistenti, insediare nuovi impianti fotovoltaici su tutti gli edifici e strutture pubbliche; avviare e favorire il percorso per le comunità energetiche. Emanare ordinanze atte a ridurre le ore notturne di locali di intrattenimento anche per evitare disagi ai residenti.
Coinvolgimento dell’Amministrazione nel progetto regionale di realizzazione dell’Interporto di Foggia e di inclusione del tratto Ancona-Pescara-Bari, comprendente la Puglia Nord e l’Alto Tavoliere, nel processo di completamento della rete trans-europea per i trasporti (in acronimo TEN-T), programmato per il 2030.
Gli interventi pubblici per la realizzazione di piazze, giardini, parchi ecc. devono essere improntati alla massima trasparenza e pubblicità, prevedendo anche concorsi di idee. In ogni caso le imprese che operano sul territorio devono essere costantemente monitorate.
Marciapiedi, strade e piazze devono essere liberate da ostacoli di varia natura!
Lavori in Piazza Municipio, Piazza Allegato, Piazza Incoronazione: alcuni esempi da non imitare!
Aree mercatali
Una proposta utopistica ma non tanto: parcheggio interrato in piazza Carmine con creazione di piastra superiore da adibire ad area di mercato di giorno e area pedonale. L’operazione comporterà necessariamente l’eliminazione di una buona parte delle fosse granarie, Quelle residue saranno messe in comunicazione e costituiranno il percorso pedonale di ingresso e uscita dal garage.